IL PERINEO TRAUMATIZZATO DOPO IL PARTO
Per usare la parola “trauma” non dobbiamo pensare per forza ad un incidente, una violenza, una guerra. Anche un evento magico come la nascita di un bambino può diventare un evento traumatico.
La sofferenza del bambino durante il travaglio, un taglio cesareo d’emergenza, un parto operativo con ventosa e forcipe, con una scarsa informazione delle complicanze al bambino ed eventualmente al perineo, possono portare a sintomi di PTSD: post traumatic stress disorder cioè disturbo post traumatico da stress.
Il trauma per definizione è insopportabile e oltre all’esperienza del dolore, in questo caso, ci può essere la vergogna per l’incapacità ad non essere riuscite a fare bene quello che la maggior parte delle donne fanno spontaneamente: partorire.
Il trauma alla nascita è come una ferita che può essere fisica o psichica o, come capita frequentemente, una combinazione di entrambi.
Trauma fisico alla nascita
Il trauma fisico non sempre si identifica subito; la donna potrebbe essere la prima a notare che qualcosa non va. Non si deve aver paura di fare domande. Le lesioni fisiche possono richiedere la consultazione e la valutazione di personale esperto.
Il trauma fisico può presentarsi come:
- Lesioni perineali,
- Danni ai muscoli del pavimento pelvico
- Prolasso degli organi pelvici
- Fratture pelviche (osso pubico, coccige, osso sacro) o toraciche da manovre di Kristeller
- Lesioni da cesareo
- Disfunzioni alla defecazione e alla minzione
Trauma psicologico alla nascita
Il trauma psicologico può sorgere a seguito di una dissociazione estrema tra un’aspettativa di un parto fisiologico e ciò che è realmente accaduto durante la nascita. Ad esempio, si potrebbe attribuire un enorme valore a un parto calmo e naturale e se questo tipo di parto immaginario non si è verificato, molte neomamme provano un senso di fallimento che può essere aggravato dalla sensazione di non essersi preparate per un risultato che non si aspettavano o nemmeno immaginavano.
Lo shock di ciò che è realmente accaduto durante il parto può provocare una serie di problemi psichici, tra cui ansia, depressione e altri disturbi.
Alcune donne sperimentano un grave disagio emotivo dopo un parto traumatico anche se non si è verificato alcun trauma fisico. È anche importante notare che il trauma può continuare a lungo dopo la nascita, con sintomi psicologici distinti.
Il trauma psicologico può presentarsi come:
- Depressione e / o ansia postnatale (PNDA)
- Disturbo post-traumatico da stress post-partum (PTSD)
- Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) (ad esempio pensieri ossessivi che possono influenzare il nostro comportamento (come controllare costantemente il bambino o pensieri ricorrenti che influiscono sul tuo godimento della vita quotidiana).
SEGNI E SINTOMI
I SINTOMI FISICI CHE POTREBBERO INCLUDERE UN TRAUMA:
- Dolore vaginale, vulvare intorno all’episiotomia e la lacerazione
- Incontinenza urinaria e fecale
- Difficoltà a svuotare la vescica
- Dolore durante i rapporti
- Costante dolore nella zona lombo-sacrale
- Un senso di peso in vagina, come se qualcosa cadesse fuori
I SINTOMI PSICHICI CHE POTREBBERO INCLUDERE UN TRAUMA :
- Provare paura o panico in relazione a ricordi che rimandano all’esperienza del parto ( a volte bastano parole, odori, camici )
- Paura o ansia ad uscire di casa
- Evitare la propria immagine e non riuscire a toccare la zona perineale
- Flashback del trauma duranti i rapporti sessuali
- Disturbi del sonno e/o presenza di incubi legati al trauma
- Rapporto disturbato con il proprio bambino
- Sentirsi sole
- Sentirsi irritabili
- Sentirsi in colpa
- Ansietà e attacchi di panico non provati prima dell’esperienza
- Evitare qualsiasi cosa che possa ricordare l’evento : l’ospedale, operatori sanitari ecc. )
DOVE INIZIARE
Se in qualche modo sono presenti diversi sintomi appena elencati, un buon inizio e parlare con qualcuno di cui ci si fida: un familiare, un’amica, o eventualmente cercare gruppi con le stesse problematiche.
È sicuramente indicato cercare un aiuto professionale.
Oggi ci si può valere di numerose tecniche e approcci più o meno cognitivi, più o meno fisici, e per la maggior parte di essi si dispone di prove scientifiche efficienti.
Va valutato cosa realmente si ha bisogno e alle risorse che ogni donna porta con sé.
il lavoro corporeo, in questo caso una riabilitazione pelvica, aiuta ad imparare a vivere nel presente a prendere in mano la propria situazione,
il proprio corpo più o meno lacerato va “ricucito” per mettere insieme i pezzi di noi stesse.
Per quanto possa essere difficile nelle prime settimane, è bene trovare del tempo per sé.
Bisogna essere gentili con se stesse. Il corpo, a prescindere dalla modalità del parto, ha fatto una cosa incredibile per mettere al mondo un figlio, quindi non bisogna vergognarsi se non si è state all’altezza delle proprie aspettative.
Cercare di nutrire il proprio corpo con buoni cibi, l’aria fresca e il sole con un esercizio moderato possono migliorare il tono dell’umore e la qualità del sonno.
Bisogna cerca di coinvolgere il proprio partner il più possibile, in modo da poter recuperare un solido aiuto per le faccende domestiche e per il sonno. Questo non solo ha un valore pratico, ma aiuta a creare un legame e una condivisione che alleggerisce l’esperienza emotiva.
Alcune madri presumono che le cose andranno meglio con il tempo; tuttavia, il recupero da un trauma alla nascita può risultare complesso e molto lungo, quindi prima si cerca aiuto, meglio è.
C.S.