Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli, legamenti e fasce collocati alla base della cavità addominale che hanno la funzione di sostegno degli organi pelvici (uretra, vescica, vagina, utero e retto) e di continenza.
L’utero si trova nella piccola pelvi tra vescica anteriormente e il retto posteriormente. Ha la forma di una pera rovesciata e la porzione più stretta chiamata cervice uterina sporge in misura minima in vagina. Quindi più frequentemente troviamo una discesa dell’utero dentro il canale vaginale, ma anche la vescica (detto cistocele) e il retto (detta rettocele) possono essere coinvolti nel descensus.
Esso è più comune di quanto s’immagina, soprattutto in donne che hanno partorito più volte, con travagli lunghi, parti operativi e/o con bambini molto grandi.
Anche chi soffre o ha sofferto di stitichezza, attraverso l’eccessivo sforzo causato dalla stipsi oppure chi soffre di broncopatie con tossi croniche. Entrambi vanno a creare un iperpressione addominale con notevole carico sui muscoli del pavimento pelvico che, se non eccessivamente allenati con l’andare del tempo si possono sfiancare. Tra i fattori causali si riconoscono dei fattori congeniti tra cui la predisposizione genetica (una certa lassità dei legamenti e una certa debolezza del pavimento pelvico possiamo ereditarla dalle nostre madri, nonne…) e dei fattori acquisiti come abbiamo visto sopra, tra cui in assoluto il più importante è il parto.
Ci possono essere diversi gradi di prolasso che vengono classificati in questo modo:
- Grado 1 – lieve: leggera discesa dell’organo (utero, vescica o retto) all’interno della vagina.
- Grado 2 – moderato: la discesa raggiunge l’ingresso della vagina.
- Grado 3 – grave: il prolasso supera l’ingresso della vagina, la donna può toccare l’organo o avverte la massa mentre cammina e soprattutto quando fa degli sforzi.
- Grado 4 o totale: l’organo è completamente fuori, anche a riposo.
In relazione alla gravità ci possono essere i seguenti sintomi:
- Sensazione di massa all’interno della vagina più evidente in ortostatismo
- Incontinenza urinaria (da sforzo, da urgenza e mista)
- Difficoltà allo svuotamento vescicale
- Alterazioni dell’alvo
- Senso di peso perineale aggravato dalla prolungata stazione eretta o dallo sforzo
- Dolore lombare
- Disturbi della sfera sessuale
- Disturbi dello svuotamento vescicale (ostruzione, incompleto svuotamento, frequenti infezioni urinarie, dolore durante la minzione, dilatazione dell’alta via escretrice)
Ma entriamo nello specifico per capire quanto è importante il sostegno del pavimento pelvico. Gli organi nel piccolo bacino sono in sede grazie ad un sistema di sospensione (legamenti e fasce) e a un sistema di sostegno (pavimento pelvico).
Un ginecologo americano P.A. Norton, negli anni ‘90 paragonava l’utero a una nave dentro un bacino di carenaggio, dove il sistema di sospensione corrisponde ai legamenti e fasce e il sistema di sostegno è rappresentato dai muscoli del pavimento pelvico. Quando è presente l’acqua nel bacino tutto funziona. (fig.1), i legamenti hanno il compito di tenere in sede gli organi ma non vengono sollecitati eccessivamente.
Nella figura n. 2 l’acqua non c’è; il pavimento pelvico non agisce più da supporto, per i diversi motivi che abbiamo elencato prima, quindi i legamenti ricevono inevitabilmente una sollecitazione maggiore così che, con l’andar del tempo, si sfilacciano, si distendono e si spezzano creando un’inevitabile discesa dell’utero e/o della vescica e/o retto.
Va da sé che mantenere un buon tono della muscolatura del pavimento pelvico è la condizione indispensabile per mantenere in salute anche i legamenti del bacino.